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La Guida Completa Sui Superset

La Guida Completa Sui Superset

Cos’è un superset:

E’ l’alternarsi di due esercizi; si esegue una serie di un esercizio e poi si esegue immediatamente una serie di un esercizio diverso senza riposo in mezzo.

In genere va fatto con due esercizi che allenano gruppi muscolari diversi, come bicipiti e tricipiti, in modo che un esercizio possa riposare mentre l’altro viene allenato.

Tuttavia esistono altri modi d’applicazione di cui tratterò fra poco.

Il superset ha principalmente 2 vantaggi: accorcia la durata dell’allenamento, genera un pump localizzato.

Come fare un superset:

Diamo un’occhiata a come fare i tipi più comuni di superset e cosa dice la scienza su ciascuno.

Superset pre-esaurimento:

I superset pre-esaurimento comprendono un esercizio d’isolamento immediatamente prima di eseguire un esercizio multiarticolare che allena lo stesso gruppo muscolare, poi ci si riposa una volta terminato il secondo esercizio.

Ad esempio, potresti fare una serie di croci che isolano i pettorali, poi una serie di bench press che allena anche il torace, e poi riposi  120 secondi.

La teoria alla base del pre-esaurimento è che piccoli gruppi muscolari spesso cedono molto prima di quelli grandi e quindi limitano le prestazioni su esercizi composti.

Ciò significa che il muscolo che stai cercando di allenare non viene stimolato al limite dell’esaurimento.

Ad esempio, nella bench press, i tricipiti possono cedere prima dei pettorali, costringendoti a finire la serie prima di stimolare completamente il muscolo che stavi principalmente cercando di allenare (i pettorali).

Pre-esaurendo il muscolo interessato, ti assicuri che raggiunga il cedimento prima dei muscoli secondari coinvolti nel movimento.

Sebbene la teoria del pre-esaurimento sembra allettante, la letteratura scientifica dimostra che non  è migliore per la costruzione muscolare  rispetto alle serie normali e potrebbe anche compromettere le tue prestazioni di forza  su alcuni esercizi multiarticolari.

Superset post-esaurimento:

Con i superset post-esaurimento, l’idea è quella di spingere un muscolo all’esaurimento muscolare  (il punto in cui non è più possibile spostare il peso con perfetta forma d’esecuzione) con un esercizio multiarticolare, ed eseguire immediatamente dopo un esercizio d’isolamento che allena lo stesso muscolo con un carico più leggero fino al punto d’esaurimento muscolare..

Ad esempio, potresti fare una serie di stacchi rumeni, che allena i femorali, poi una serie di leg curl che isola i femorali, poi riposi per 120 secondi.

I sostenitori dei superset post-esaurimento ritengono che questo sia il modo migliore per attivare le unità motorie ad alta soglia, che sono fibre muscolari che rimangono dormienti fino a quando tutte le altre fibre muscolari nel muscolo non vengono affaticate.

Non ci sono ricerche specifiche sull’allenamento post-esaurimento. Tuttavia, i superset post-esaurimento assomigliano a un’altra “tecnica di allenamento avanzata” chiamata drop set.

Quindi possiamo far riferimento alla letteratura scientifica presente sui drop set per fare un’ipotesi plausibile sull’efficacia dei superset post-esaurimento.

La maggior parte delle ricerche dimostra che i drop set non sono più efficaci dei set normali per guadagnare muscoli e forza.

Questo significa che ci sono buone probabilità che l’allenamento post-esaurimento sia efficace quanto i set normali. 

Superset antagonisti:

I superset antagonisti comportano l’alternanza tra due esercizi che allenano gruppi muscolari opposti e riposano brevemente tra ogni esercizio o leggermente più a lungo una volta terminato il secondo esercizio.

Ad esempio, potresti fare una serie di bench press (che allena il petto, le spalle e i tricipiti), riposare per circa 30 secondi, poi fare una serie di trazioni alla sbarra (che allena il dorso e i bicipiti ) e riposare per 120 secondi. 

Oppure potresti fare una serie di bench press immediatamente seguita da una serie di trazioni alla sbarra, e poi riposare per 2 o 3 minuti.

Tra i vantaggi dei superset antagonisti è che ti permettono di eseguire la stessa quantità di lavoro in molto meno tempo senza compromettere le tue prestazioni; rendendo i superset antagonisti un modo efficiente ed efficace per allenarsi.

Inoltre, alcune ricerche dimostrano che i superset antagonisti possono persino migliorare le prestazioni su entrambi gli esercizi rispetto ai set normali.

L’eccezione a questo sarebbe esercizi full body come lo squat e lo stacco da terra, dove i superset antagonisti dovrebbero essere evitati.

Superset generale:

In un superset generale esegui due esercizi non correlati in sucessione e riposi brevemente tra ogni esercizio o leggermente più a lungo una volta terminato il secondo esercizio.

Ad esempio, potresti fare una serie di leg press (che allena l’intera parte inferiore del corpo), riposare circa 1 minuto, poi fare una serie di lento avanti (che allena la spalla e i tricipiti) e riposare un altro minuto.

Oppure potresti fare una serie di leg press immediatamente seguita da una serie di lento avanti, e poi riposare 2-3 minuti.

Non c’è ancora abbastanza evidenza scientifica sui superset generali, ma la scarsa ricerca che abbiamo suggerisce che sono efficaci quanto i superset antagonisti, rendendoli una strategia efficiente per completare i tuoi allenamenti più velocemente.

Se non sai come applicare i superset e altre tecniche di intensità nella programmazione dei tuoi allenamenti, il mio video programma MDD ti può aiutare. Clicca qui per maggiori informazioni.

Come Ridurre la Miostatina in Modo Naturale

Come Ridurre la Miostatina in Modo Naturale

La miostatina è una proteina che inibisce la crescita muscolare. Le tue abitudini di vita hanno diretto impatto sulla concentrazione di questo fattore di crescita.

Lo stress psicologico, del tipo che provi quando una persona cara è malata o perdi il lavoro oppure per un conflitto in una relazione amorosa, è diverso dallo stress causato dallo sforzo fisico.

Tuttavia gli scienziati dello sport hanno sempre creduto che entrambi i tipi di stress abbiano un effetto negativo sui muscoli e che il meccanismo funzioni tramite l’ormone dello stress, il cortisolo.

È infatti così che lo stress psicologico aumenta i livelli di cortisolo. Ma secondo uno studio condotto dall’Università del Colorado, lo stress psicologico aumenta anche la produzione di miostatina, un inibitore muscolare ancora più forte del cortisolo.

I ricercatori hanno fatto la loro scoperta quando hanno posto uno dei due gruppi di topi, soggetti all’esperimento, in una gabbia diversa ogni giorno per una settimana [CS], e l’altro gruppo in una piccola camicia di forza [RS] per un breve periodo ogni giorno. (Quest’ultimo trattamento è particolarmente doloroso per questi animali).

Dopo 7 giorni la massa muscolare di entrambi i gruppi era diminuita, ma di più nei topi RS.

TA sta per muscolo del polpaccio tibiale anteriore, SOL per soleo.
BC = massa muscolare all’inizio dell’esperimento
HC = massa muscolare in un gruppo di controllo di topi che sono stati pesati ogni giorno, ma non hanno ricevuto stimoli di stress.

I ricercatori hanno notato che i muscoli dei topi che erano stati sottoposti a condizioni di stress hanno iniziato a produrre più miostatina il giorno 1, in particolare i topi RS.

Poiché volevano sapere se la miostatina svolge davvero un ruolo così importante nello stress psicologico, i ricercatori hanno ripetuto il loro esperimento con topi geneticamente modificati che non producevano miostatina [MSTN KO].

Sì, questi sono i topi muscolosi di cui probabilmente hai visto le foto circolare su Internet.
Provengono dal laboratorio dell’esperto di miostatina Se-Jin Lee.

I topi non modificati sono topi WT.

 

 Quindi i ricercatori hanno concluso che lo stress psicologico può aumentare la concentrazione di miostatina e quindi portare all’obesità e all’indebolimento dei muscoli.

Le diminuzioni della massa muscolare magra possono contribuire a un cambiamento nella composizione corporea che può favorire l’obesità.

Comeusare queste informazioni a tuo vantaggio?

Alcune ricerche suggeriscono di integrare abitudini di vita quotidiane rivolte al rilassamento:

– 20 minuti di meditazione al giorno

– 30 minuti di pisolino pomeridiano

Aiutano a regolare lo stress e i livelli di miostatina.

Fonte:
Am J Physiol Regul Integr Comp Physiol. 2010 Sep;299(3):R889-98

Scienziato Brasiliano Scopre Un Metodo Per Fare Più Ripetizioni

Scienziato Brasiliano Scopre Un Metodo Per Fare Più Ripetizioni

Lo studio scientifico condotto da Humberto Miranda et. al., investiga gli effetti dello stretching statico intra-set del gruppo muscolare antagonista sulla performance muscolare del muscolo allenante.

Tanto per capirci…

Il muscolo antagonista è il muscolo generalmente opposto a riposo quando il muscolo agonista viene allenato.

Muscoli antagonisti:

Bicipiti – Tricipiti

Pettorali – Dorsali

Quadricipiti – Femorali

Polpacci – Tibiali

Lo studio è stato condotto su due gruppi di persone che hanno svolto l’esercizio pulley da seduto per 3 serie con il massimale di 10 ripetizioni.

L’unica differenza è che uno dei due gruppi doveva stretchare i pettorali (muscolo antagonista) per circa 40 secondi fra una serie e l’altra.

I ricercatori hanno notato che tale gruppo è riuscito a svolgere circa 2 ripetizioni in più per ciascuna serie rispetto all’altro gruppo di persone che non svolgeva lo stretching intra-set.

 

Come usare questo metodo:

Personalmente utilizzerei questa tattica preferibilmente in un programma di specializzazione per portare avanti un gruppo muscolare carente.

Ciò non toglie che possa esser inserito anche in un programma d’ipertrofia e forza muscolare ma bisogna fare attenzione…

In un allenamento in multifrequenza dove spesso gruppi antagonisti vengono allenati nella stessa seduta, lo stretching intra-set potrebbe affaticare e quindi penalizzare la prestazione del muscolo antagonista che viene allenato successivamente a quello agonista.

In questo caso darei la priorità al muscolo antagonista più carente.

Il problema non si pone in un programma in monofrequenza dove si allena solo 1 o 2 gruppi muscolari a seduta.

Tuttavia questa è solamente una delle tante tattiche d’allenamento contenute nel mio video programma di costruzione muscolare MDD.

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German Volume Training

Verso la fine degli anni ‘60 Vince Gironda ideò l’allenamento 8×8; una tipologia di allenamento ad alto volume che divenne popolare fra i bodybuilders della old school.

In contemporanea a quel periodo, dall’altra parte del globo, i tedeschi formularono una loro versione di allenamento di alto volume molto simile, ovvero il GVT.

Il GVT è un modo molto efficace per shockare i muscoli e costringerli a crescere. E’ un allenamento brutale ideato specificamente per superare uno stallo.

I principi del GVT:

  1. Scegli 2 esercizi per gruppo muscolare. Almeno uno dei due deve essere un esercizio multiarticolare.
  2. Svolgi 10 serie x 1 0 ripetizioni per ciascun esercizio utilizzando un carico pari al 60% del tuo massimale, ovvero un carico con cui normalmente riusciresti a fare 15 o 16 ripetizioni.

    Le prime 3-4 serie saranno abbastanza facili e sarai tentato di aumentare il carico, ma non farlo.

    Le serie 8-9-10 sono le più estrenuanti e se non riesci a completare le 10 ripetizioni, fermati e scala il peso di circa 2,5kg – 5kg e dai gli ultimi colpi fino alla decima ripetizione.

    Lo scopo è di riuscire a fare 10 serie x 10 ripetizioni con lo stesso carico. Quando ci riesci, aumenta leggermente il carico utilizzato nel prossimo allenamento.

  3. Riposati 60 s. – 90 s. secondi fra un set e l’altro.

Come impostare la scheda GVT:

Generalmente si usa uno split di 3 giorni simile al Push – Pull – Legs, in modo da recuperare adeguatamente tra un workout e l’altro.

Giorno 1: Pettorali, Spalle, Tricipiti

Giorno 2: Riposo

Giorno 3: Dorso, Bicipiti, Addominali

Giorno 4: Riposo

Giorno 5: Quadricipiti, Femorali, Polpacci

Giorno 6: Riposo

Giorno 7: Riposo

Scelta degli esercizi:

Gli esercizi che vai a scegliere per ciascun gruppo muscolare vanno tenuti. Non cambiare esercizi ad ogni allenamento.

  • Pettorali: Spinte manubri su panca piana/inclinata, Bench press su panca piana/inclinata, Dips.
  • Spalle: Military press, Press spalle con i manubri, Alzate laterali con manubri, Tirate al mento con il bilanciere.
  • Tricipiti: French press, Bench press presa stretta, Dips.
  • Dorsali: Rematore con bilanciere/manubri, Trazioni presa prona/supina, Rematore alla t-bar.
  • Bicipiti: Curl con il bilanciere/manubri, Scott curl con il bilanciere, Drag curl bilanciere.
  • Quadricipiti: Squat con il bilanciere, Goblet squat con il manubrio, Leg press.
  • Femorali: Stacchi, Stacchi rumeni con i manubri, Leg curl.
  • Polpacci: Alzate polpacci in piedi/seduto, Alzate polpacci sulla leg press.

Noterai che in alcuni esercizi perderai forza e resistenza più velocemente rispetto ad altri. Per esempio nel giorno 1, il momento in cui arrivi ad allenare i tricipiti, noterai che sono molto affaticati dopo aver allenato il petto. In questi casi consiglio di scegliere un carico di circa 40% del proprio massimale.

Nelle settimane a venire questi gruppi muscolari si abitueranno e diventeranno più forti e resistenti.

Come ho già accennato prima, nelle prime serie di ciascun esercizio, il peso ti sembrerà molto leggero. Concentrati sulla forma d’esecuzione. Verso l’ottava serie il bruciore muscolare sarà insopportabile e quello stesso carico ti sembrerà molto pesante.

Non farti illudere dalla semplicità della scheda del GVT. Dopo aver completato la prima settimana d’allenamento ti renderai conto della difficoltà e stanchezza che affligge il tuo corpo.

Ma la bellezza di questo metodo è che funziona veramente… da molti decenni.

Al di la di questo…

Se ti stai chiedendo quale allenamento dovresti seguire o quale è più adatto per la tua costituzione, ti consiglio di considerare un programma d’allenamento personalizzato.

Come Manipolare il SNC per Guadagnare Forza e Massa Muscolare

Come Manipolare il SNC per Guadagnare Forza e Massa Muscolare

L’affaticamento coinvolge un gran numero di meccanismi all’interno del SNC (Sistema Nervoso Centrale) e all’interno del muscolo allenante che riduce la forza muscolare intra e post allenamento.

L’affaticamento periferico durante l’esercizio fisico non inibisce lo stimolo ipertrofico.

In contrasto, l’affaticamento del SNC ne compromette l’azione perché previene il reclutamento delle unità motorie della soglia alta durante l’esercizio fisico. Questi ultimi controllano un gran numero di fibre muscolari reagenti.

Quindi durante l’allenamento se non riesci ad attivare le suddette fibre muscolari non puoi farle crescere.

L’affaticamento del SNC avviene sempre durante una serie d’allenamento pesi e raggiunge il picco nel cedimento muscolare.

Generalmente svanisce gradualmente una volta terminata la serie d’allenamento; tuttavia parte dell’affaticamento del SNC è presente anche minuti dopo la prestazione.

Pertanto fare pause troppo corte fra una serie e l’altra non è vantaggioso soprattutto se si ricerca la forza muscolare.

Inoltre l’affaticamento del SNC si accumula gradualmente lungo il corso dell’allenamento, raggiungendo il culmine alla fine del workout.

Per questo motivo, spesso si ottengono migliori risultati per i gruppi muscolari che alleniamo per primi nell’allenamento, e i peggiori risultati per i muscoli che alleniamo per ultimi.

Tuttavia è giusto precisare che questo effetto è più evidente sotto il punto di vista della forza muscolare piuttosto dell’ipertrofia.

Da ciò nasce il dibattito a sfavore degli allenamenti troppo lunghi, ma è un argomento che lascio per un’altra volta.

Dopo l’allenamento l’affaticamento del SNC si protrae per dei giorni, anche se in molti istanti dissipa più velocemente dell’affaticamento locale del  muscolo che tendenzialmente chiamiamo “danno muscolare”.

La letteratura scientifica non è ancora ben chiara sulla natura di questo affaticamento del SNC, ma si crede sia dovuta alla reazione infiammatoria in risposta alla riparazione delle micro lacerazioni delle fibre muscolari.

Da questo si spiega perché l’affaticamento del SNC dura solo un paio di giorni dopo un allenamento di powerlifting sugli individui allenati, ma può durare oltre una settimana in seguito a insolite contrazioni eccentriche.

In particolare l’affaticamento del SNC avviene conseguentemente a un meccanismo di feedback del muscolo e non sorge semplicemente da un workout che coinvolge un importante reclutamento di unità motorie.

Infatti l’allenamento powerlifting da solo non causa l’affaticamento del SNC, bensì ne scaturisce un breve periodo di potenziamento.

Un muscolo gravemente danneggiato manda un segnale al SNC di ridurre il reclutamento delle unità motorie della soglia alta in modo da consentirne il recupero e la riparazione.

Da ciò nasce il luogo comune che l’affaticamento del SNC penalizza tutti i muscoli allo stesso modo. Ma ciò non è assolutamente vero.

Durante l’allenamento i muscoli allenanti vengono colpiti maggiormente rispetto quelli a riposo.

Post allenamento la quantità d’affaticamento è determinata dal danno locale sul muscolo. E’ altrettanto falso il pensiero che lo stesso volume d’allenamento causa lo stesso livello d’affaticamento su ciascun muscolo allenante.

Le differenze di tipi di fibre e il livello d’attivazione che caratterizza ciascun muscolo individualmente lasciano alcuni  muscoli (come il soleo) largamente intatti dopo un duro allenamento ipertrofico.

In contrasto altri muscoli come il brachiale e il brachioradiale incassano danni sostanziali.

Quindi in base all’evidenza scientifica come vanno strutturati gli allenamenti per ottenere il massimo dei risultati?

Scientificamente parlando l’allenamento ad alto volume (alto numero di serie a cedimento muscolare) si è rivelato molto efficace per il bodybuilding. Tuttavia non è sostenibile nel lungo termine.

Quindi ecco le 2 migliori soluzioni comprovate dalla scienza che personalmente utilizzo sulla programmazione dei miei clienti di coaching:

  1. Ramping: consiste di aumentare di una serie il volume di ciascun esercizio del workout, ogni settimana, fino a raggiungere il massimo volume sostenibile (MAV) che tipicamente è attorno alle 18-25 serie totali a settimana per gruppo muscolare.

    Dopo di che si riduce di gran lunga il volume settimanale per 1-3 settimane prima di iniziare di nuovo.
  2. Specializzazione: consiste di assegnare un alto volume settimanale ad uno o due gruppi muscolari per tutta la durata della programmazione. Mentre gli altri gruppi muscolari vengono allenati con un volume inferiore.

    A volte questi volumi bassi sono sufficienti per conseguire l’ipertrofia ma più lentamente o nel peggiore dei casi permettono di mantenere il progresso fatto nei mesi precedenti.

    Questo approccio solitamente viene usato quando si vuole far progredire un gruppo muscolare carente.

L’applicazione di questi metodi va curata in base ai propri obbiettivi. In particolare quando si usa il ramping ha senso restare sulla soglia bassa del MAV per i muscoli che vengono danneggiati facilmente, e sulla soglia alta del MAV per i muscoli più resistenti.

Quando invece si usa la specializzazione è meglio abbreviare i blocchi della programmazione d’allenamento ad alto volume rivolti ai gruppi muscolari che vengono danneggiati facilmente.

Capisco che queste nozioni tecniche sono camplicate d’applicare al proprio regime soprattutto se hai poca esperienza. Per cui lascia che ci pensi io…

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