Lo studio scientifico condotto da Humberto Miranda et. al., investiga gli effetti dello stretching statico intra-set del gruppo muscolare antagonista sulla performance muscolare del muscolo allenante.

Tanto per capirci…

Il muscolo antagonista è il muscolo generalmente opposto a riposo quando il muscolo agonista viene allenato.

Muscoli antagonisti:

Bicipiti – Tricipiti

Pettorali – Dorsali

Quadricipiti – Femorali

Polpacci – Tibiali

Lo studio è stato condotto su due gruppi di persone che hanno svolto l’esercizio pulley da seduto per 3 serie con il massimale di 10 ripetizioni.

L’unica differenza è che uno dei due gruppi doveva stretchare i pettorali (muscolo antagonista) per circa 40 secondi fra una serie e l’altra.

I ricercatori hanno notato che tale gruppo è riuscito a svolgere circa 2 ripetizioni in più per ciascuna serie rispetto all’altro gruppo di persone che non svolgeva lo stretching intra-set.

 

Come usare questo metodo:

Personalmente utilizzerei questa tattica preferibilmente in un programma di specializzazione per portare avanti un gruppo muscolare carente.

Ciò non toglie che possa esser inserito anche in un programma d’ipertrofia e forza muscolare ma bisogna fare attenzione…

In un allenamento in multifrequenza dove spesso gruppi antagonisti vengono allenati nella stessa seduta, lo stretching intra-set potrebbe affaticare e quindi penalizzare la prestazione del muscolo antagonista che viene allenato successivamente a quello agonista.

In questo caso darei la priorità al muscolo antagonista più carente.

Il problema non si pone in un programma in monofrequenza dove si allena solo 1 o 2 gruppi muscolari a seduta.

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